NADIA CAVALERA
L’astutica ergocratica
Uomini incerti dai ciechi passi lenti a cercar la salvezza
gagliardi scattanti furbetti globali a precipitar nella monnezza
liberate gl’occhi da prosciuttaggini e salamine
guardate come siamo ridotti (: genti cretine in pura ebbrezza schifezza):
femmine omologate scosciate dentro sfregiate fuori tutte tirate siliconate
giovani bambini mort’ammazzat’arrotati drogati stuprati
pezzi di ricambio per gl’altolocati
hanno un futuro precario che sgocciolano mese per mese come un rosario
maschi preoccupati solo di vanità superbi interpreti d’un penoso varietà
senza giustizia uguaglianza la libertà dell’economica parità
solo macabro olio di sansa sudditanza della maggioranza
mentre l’aria brucia intorno
insieme al mondo di terra ch’andava preservato
sommo bene per i viventi da lontano congegnato
ai politici politicanti in carta bianca mollato
quest’intorno contorno voila è il godurioso risultato…
..E se oggi sono qui in questa piazza di carta
amici retrivi è per la speranza incartapecorita
che si possa ancora cambiare questa nostra vita
così m’associo anch’io al tormentone di stagione
e mi candido all’ambita direzione del partito democratico di prossima fondazione
posizione per la verità già da millenni superata
ma per ora nello sfacelo generale sembra la più avanzata
Non va infatti dimenticato che politica e democrazia
hanno nell’origine del nome la loro irreparabile irreparata perversione
Che la polis tanto osannata era la parte alta del greco agglomerato
quello abitato dal ricco potente fannullone già sfruttatore
che da inventore regio simulò la prodigazione e nominale estensione
all’astu laborioso ai suoi frigidi sterili piedi
per potergliela mettere bene in quel cantone
a chi liberamente in pianura per campare
non aveva alcun bisogno della sua intermediazion’imposizione
(: era mercante agricoltore pescatore comunque autosufficiente autonomo lavoratore)
Quanto al demos d’Atene poi è collana di pene altro che crazìa popolare
senza donne schiavi e meteci a governare erano i soliti proci
col codazzo d’un consenso di grande strombazzo imbarazzo
(: la storia è penna dei vincitori testimoni spergiuri sicuri)
e la rabbia il dolore la sopportazione erano senza locuzione di continuità
per i più di quell’antichità futura ad annichilirsi
nella canzone piramidale attuale con i pochi privilegiati in alto a comandare
(: guai a farglielo notare) e la maggioranza usata bistrattata sfruttata ad oltranza
La politica democratica amici miei di pazienza rei è stata finora sempre e solo demagogia
favola finta inconsistente fata morgana metropolitana mondana
e chi ci ha veramente creduto non è sopravvissuto (: vedo Gandhi, Martin Luter King… e in Italia un’oscura lunga lista nera…)
Cambierà mai questo cordone di soprusi a più livelli collusi?
Cominciamo dal nome (: che bisogna cambiare i connotati se vogliamo altri risultati)
Come primo passo del mio manifesto regesto propongo in cera pongo
la sostituzione della parola politica con astutica
che sembrerebbe la gestione di cosa astuta ma così non è
anche se lo sarebbe se si potesse veramente attuare
il rovesciamento dell’inique posizioni ereditate
e dare all’astu pratico attivo lavorativo il primato operativo (: un cono rovesciato meritato)
comunque all’inizio sarà gestione della cosa popolare
Verrà bandita anche la parola democrazia inflazionata svuotata
troppo stravolta bacata di orrendi tradimenti caricata
specie quando alla cristianità vaticanista associata
(: da spirituale alla Ockham e Marsilio padovano sognavo un partito cristiano-marxista
opposto al conventuale papato affarista e Benjamin approvava)
La nuova parola su cui puntare ma si può concordare è ergocrazia
potere al lavoro, a chi lavora ai laboratores di medievale memoria
e di stratificata oppressione programmata dal padrone
(: il giorno 10 del secondo mese della seconda stagione –metà novembre 1170-
il primo sciopero inutile riportato a lavacro simulacro mai lavato)
Centro perno dell’astutica ergocratica sarà l’uguaglianza
e per realizzarla non c’è che la danza del lavoro alternato a vari livelli di partecipazione condiviso
senza classi di sorta e conseguente prassi d’astio naturale solo che ci si voglia un po’ pensare
Ma è troppo presto ne convengo in questo arengo e mi accontento
che all’inizio sia tra tutti distribuito e ben retribuito
con differenze minimali che esaltino le moltitudini attitudinali
(: la stessa dignità da vivi per marchese e scupatore da morti livellati)
Ne consegue l’abolizione di qualsiasi privilegio ed immunità per chiunque
a cominciare dai parlamentari da rinnovare in toto (: troppo lungo il gioco giogo
mummificato a cielo reato) diventino finalmente commissari al servizio del popolo
con guadagni agli altri conformati giusto di viaggi e alloggi spesati
(: inevitabile questa condizione cartina di tornasole del loro valore)
Fare l’astutico deve essere vocazione lungimiranza talento missione
responsabile altruismo diennale solidarietà viscerale
inesistenti nelle marionette strafottenti che sfilano oggi in televisione
e pensano solo a leggi ad personam ad familiam familias ai comodacci loro in perfetto coro
per cui sarà vietata anche a ritroso qualsiasi pensione d’oro,
pagamento retribuzione esorbitante il buon senso collettivo
o folle reclutamento di sportivi paraventi per traffici non ancora chiariti
e schiaffo immorale all’indigenza obbligata della massa depredata
Seguirà oltre il controllo fiscale puntuale il blocco della privatizzazione
la rinnovata risanata statalizzazione
il ripristino del welfare scippato in ciclica altalena antisociale
lo snellimento drastico delle procedure giudiziarie e fiducia per i magistrati fin troppo maltrattati
quindi la qualitativa semplificazione dell’istruzione aiuola vivaio rieducativo fondamentale
per impostare il precario futuro che è risorsa ormai ambientale da salvaguardare
Immediate però le risoluzioni delle emergenze locali con l’affrancamento dalla rete mafiosa
degli schiavi della sete e dei rifiuti rifiutati e di tutti gli altri inquinanti accertati
Quanto alle religioni rispetto per tutte le confessioni perseguibili solo se imputabili di mal’azioni
andranno comunque frantumate all’osso
e con questo mi congedo da questo chiostro d’inchiostro colostro
i sogni universalistici mai sopiti tra i dominanti ancestrali
regali e caste sacerdotali dai sumeri ai più recenti asini perniciosi veri
Palazzo Bentivoglio, Modena, 14 luglio 2007